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Spesso un genitore si sente in colpa e impotente quando un figlio sembra mostrare difficoltà o quando la relazione vive momenti di criticità.
Diventare ed essere genitori non è un percorso semplice. Se, da un lato, è un evento naturale, e così ci viene descritto dalle narrazioni collettive, che enfatizzano gli aspetti che hanno a che fare con la gioia e la realizzazione, dall’altro è senza dubbio un processo molto complesso e faticoso, in continuo divenire lungo l’intero arco della vita. Spesso non si è abbastanza preparati a tale complessità e quando si sperimentano emozioni anche ambivalenti e violente rispetto al proprio ruolo, al proprio bambino e alle sfide poste dall’accudimento e dalla crescita del proprio figlio ci si può sentire inadeguati e disorientati, perdendo di vista il fatto che si costituisce la più grande risorsa per i nostri figli.
Rafforzare le risorse e l’autostima di un genitore permette lo sviluppo delle competenze del bambino, Attraverso la scoperta o la ri-scoperta delle proprie competenze nella regolazione emotiva del figlio.
Genitorialità è dunque una funzione in costante trasformazione, che riconduce alla capacità di prendersi cura di un altro, rispondendo adeguatamente ai suoi bisogni, attraverso la valorizzazione della sua unicità.
La conflittualità che può scaturire in famiglia, spesso, spaventa gli adulti, che possono temere di creare una distanza fra sé e i propri figli e finire per abdicare all’assunzione di un ruolo genitoriale che garantisca ai figli quei limiti di cui essi hanno profondamente bisogno. La conflittualità si esprime in maniera ancora più violenta e distruttiva, però, quando il contenimento che la funzione genitoriale dovrebbe esercitare viene a mancare.
La consultazione coi genitori costituisce la prima fase di un percorso di supporto al bambino e all’adolescente. Insieme al professionista, il genitore esplora e inizia a dare significato ai comportamenti e alle dinamiche disfunzionali che si stanno instaurando, per poterle comprendere e trasformare. A questa fase può seguire un percorso di supporto al figlio, in cui i genitori vengono periodicamente incontrati, nel rispetto della riservatezza delle comunicazioni del figlio.
In altri casi, il professionista lavora esclusivamente coi genitori (per scelta o perché frequentemente l’adolescente oppone forti resistenze a incontrare il professionista) per promuovere, incrementare e sostenere la loro funzione genitoriale, affinché possa esplicarsi in autonomia al termine di quello specifico passaggio a rischio.